Il cloud e i tablet aumentano le emissioni di co2 della Terra

In un recente report Greenpeace dichiara che i datacenter mondiali che consentono la fruizione dei servizi internet utilizzano il 2% dell'energia elettrica mondiale. Questo dato ha un aumento medio del 12% annuo. 

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Il dato principale che emerge riguarda i servizi di cloud computing che si sviluppano in maniera esponenziale in questi anni. La maggior parte dell'energia utilizzata proviene da fonti non rinnovabili come il carbone e l'energia nucleare, piuttosto che da fonti rinnovabili come l'eolico e il solare. I fornitori stanno migrando i datacenter nel midwest (stati come Illinois, Indiana, Ohio) dove l'elettricità prodotta dal carbone è abbondante e a buon mercato.

L'organizzazione ha poi focalizzato l'attenzione sulle 10 principali aziende tecnologiche del paese, tra cui Apple, Facebook e Amazon. Recentemente, il gruppo ha intrapreso una battaglia contro contro Facebook, che basa sul carbone il 53,2% della sua energia elettrica.

Molte aziende non rendono pubblici questi dati, impedendo al gruppo di fare delle analisi comparative e alimentando i rumors sul reale inquinamento prodotto. 

Google e Yahoo risultano come le aziende più green tra quelle prese in esame.

Per dare un'idea sull'impatto che questi datacenter hanno sulle emissioni mondiali di CO2 facciamo alcuni esempi pratici. 

Ogni mese, l'elettricità utilizzata per le ricerche su Google produce 260.000 chilogrammi di anidride carbonica ed è sufficiente per alimentare un congelatore per 5400 anni, secondo WordStream. Le ricerche consumano 3,9 milioni di chilowattora, l'equivalente di 5 milioni di carichi di bucato. Un semplice messaggio di spam inviato 62 miliardi di volte ogni anno genera 0,3 grammi di diossido di carbonio,

Referenze: L.A. Times